Un Mese con Maria per ogni giorno una riflessione dell’Arcivescovo

18 Maggio 2020

Dal Vangelo secondo Matteo 2, 13-18

Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse:<<Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti sta cercando il bambino per ucciderlo>>.

Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta Osea:       

«Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».

Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremia:

«Un grido è stato udito in Rama,
 un pianto e un lamento grande:
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata,
perché non sono più».

C’è un’incantevole pace nella piccola Betlemme. Maria e Giuseppe si stringono attorno a Gesù, come e più dei magi, in commossa adorazione. I loro cuori si riempirono della bellezza del bambino, della gioia per quella vita che stupisce e incanta. Quella pace però è destinata a svanire subito. Nel sonno della notte Giuseppe sente ancora chiare le parole dell’angelo: <<Giuseppe, alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto>>. Erode vuole uccidere il Bambino. Il figlio è minacciato, un pericolo mortale lo insidia. Non c’è tempo da perdere. Non c’è tempo per porre domande. La notte avvolge la fuga. Giuseppe, Maria e Gesù, stretto tra le braccia della madre, corrono verso un’altra terra. Sono profughi ora. E’ una famiglia che si muove. C’è la forza di Giuseppe di difendere il bambino, c’è la tenerezza di Maria che lo tiene al riparo perché non provi spavento per il momento così angoscioso. Durante il cammino nel deserto Maria sente risuonare le parole del vecchio Simeone: <<Egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione>>. Capisce che quel bambino è al centro della storia. Davanti a Lui bisogna prendere posizione: o si ama, o si odia. O si diventa umili, o ci si chiude nel gelo dell’orgoglio e del rifiuto d’essere amati e di amare. Giuseppe e Maria sono lì a custodire quella vita, a salvarla dalla furia della morte.

Maria stringe sempre più a sé il Bambino e nell’intimo del suo cuore come a sussurrargli: “Ti difendo io, ti proteggo io, ti libero io da ogni pericolo. Starò accanto a te, sempre, Figlio mio e Dio mio”.

Il viaggio di Maria e Giuseppe con il Bambino, pur tra tante difficoltà, prosegue sereno perché anche ora si sta facendo la volontà di Dio. Due genitori straordinari, Maria e Giuseppe, chiedono ai genitori di oggi se sono disposti a sottrarre i loro figli alle insidie dei nuovi “Erodi”, se sono disposti a mettere in gioco le proprie comodità per salvarli dall’esilio. Salvare i figli oggi significa sottrarli al potere delle false divinità: la spregiudicatezza, l’arrivismo, la droga, l’alcool, il culto del dio denaro, la ricerca sfrenata del solo piacere. Talvolta difendere un figlio dalla “morte” significa cambiare i propri ritmi di vita, modificare vecchie abitudini, riconsiderare il proprio rapporto con il denaro, con il lavoro. “Erode” in agguato può essere l’evento, il film, internet, le amicizie, ecc., tutte cose che sconvolgono la giovane coscienza e fanno danni irreparabili se il figlio o la figlia non riescono a parlare con i genitori. “Erode” vince se il padre e la madre non “hanno tempo”, non “hanno voglia”, sono “troppo occupati con il lavoro”. Sbaraccare la propria casa e andare in “Egitto” per salvare il figlio, significa anche mettere la sua innocenza e la “salute” della sua anima al primo posto.

Libera i figli da ogni male

Libera, o Maria, i nostri figli da ogni male. Aiuta le nostre famiglie affinché rispettino la vita nascente, accolgano e amino i bambini. Proteggi i figli che si affacciano alla vita, sentano il calore della famiglia unita, la gioia dell’innocenza rispettata, il fascino della vita illuminata dalla fede. Amen.

 

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