Ordinazione sacerdotale di Lorenzo Rossini

«Coraggio, non temete!». È questa la frase, tratta dal libro del profeta Isaia, che don Lorenzo Rossini ha scelto per la sua ordinazione sacerdotale, avvenuta sabato 4 settembre nella Cattedrale di San Ciriaco, per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di S.E. Mons. Angelo Spina. «Coraggio, non temete. Questo è l’impegno che il Signore mi affida per il ministero che oggi ha inizio – ha detto don Lorenzo – affido tutto a Maria, Regina di tutti i Santi, affinché con il suo sguardo possa aiutarmi ad essere prete del coraggio, prete della gioia del Vangelo. Affido anche ai nostri patroni Ciriaco e Leopardo questa avventura che si apre perché io possa essere sempre più, con la mia vita, dono per tutti, per quelli che hanno bisogno di essere incoraggiati a proseguire nel cammino della vita».

«In questo tempo di prova e di pandemia – ha detto l’Arcivescovo Angelo Spina durante l’omelia – risuonano forti le parole del profeta Isaia: “Coraggio, non temete!”, che tu, don Lorenzo hai messo sulla immaginetta della tua ordinazione. Un invito a guardare avanti con fiducia e speranza perché Dio aprirà gli occhi dei ciechi e schiuderà gli orecchi dei sordi. Caro Lorenzo, lasciati aprire gli orecchi dal Signore perché tu possa ascoltare la Sua Parola di vita eterna e lasciati sciogliere la lingua da Lui perché tu possa annunciare il Vangelo e le meraviglie di Dio. Tra poco al momento della tua Ordinazione, mediante il segno liturgico dell’imposizione delle mani, Cristo ti prende sotto la sua speciale protezione; sei nascosto sotto le sue mani e nel suo Cuore. Immergiti nel suo amore, e dona a Lui tutto te stesso, segui Lui e Lui solo. “Nulla è meglio di Gesù Cristo”, ci ricorda sant’Ignazio di Antiochia. Noi tutti nella comunione della carità, non avremo mai altro da dire, né altro da dare a quanti incontriamo sul nostro cammino e che hanno sete irresistibile e inestinguibile di Lui, il Risorto, il Signore del tempo e della storia. Quel “Sì, lo voglio”, che pronuncerai è il tuo donarti a Cristo e alla Sua Chiesa: la tua diventa così una vita sacerdotale. Quello che ti viene chiesto è espresso chiaramente nella preghiera di ordinazione presbiterale: annunciare la Sua la parola, celebrare la Santa Eucarestia, pregare la Liturgia delle Ore a favore di tutti, implorare misericordia per il popolo a te affidato, soprattutto con il sacramento della riconciliazione, essere segno di carità, essere nel presbiterio e vivere la comunione con tutti i sacerdoti unito al Vescovo».

Lorenzo ha 26 anni e decisiva nel suo cammino è stata la testimonianza della nonna materna, dei laici e dei presbiteri diocesani, a partire dal parroco che lo ha visto crescere, don Franco Marchetti. Importanti sono state anche le diverse esperienze ecclesiali vissute nella parrocchia di S. Maria delle Grazie, in quella di S. Maria a Nazaret di Agugliano, nell’Azione Cattolica, nel servizio liturgico in Duomo, nei campi di condivisione dell’Associazione Papa Giovanni XXIII di don Benzi. Da ultimo la Gmg di Rio de Janeiro del 2013. Sette anni fa è entrato in seminario e ha svolto il tirocinio pastorale nelle chiese di San Giuseppe Moscati ad Ancona, San Giuseppe a Falconara e nella parrocchia di Camerano. «La bellezza che spero abbiate potuto godere in questa celebrazione – ha detto don Lorenzo – viene dalla bellezza che in questi 26 anni ho ricevuto. Tutti siete parte di questo dono bello e immeritato. Mi sto rendendo conto che ciò che mi accade è un dono molto più grande di quello che avessi potuto immaginare e meritare. È veramente bello vivere tutto questo: ci si sente parte del grande sogno di Dio, che supera di gran lunga qualsiasi nostro sogno».

Tanti i ringraziamenti, all’Arcivescovo Angelo Spina che «come buon padre mi si è reso sempre disponibile all’ascolto e all’accoglienza dei miei dubbi, delle mie fatiche e delle mie gioie»; ai sacerdoti, tra cui don Aldo che «dal suo letto di convalescenza non mi ha mai fatto mancare parole di incoraggiamento e la preghiera tipica del nonno»; alla famiglia, al fratello minore Gabriele e alla nonna Argentina, salita al cielo qualche mese fa; al seminario, ai compagni e agli amici. «Grazie va a chi 9 anni fa per la prima volta in maniera chiara si è reso strumento del Signore Gesù nel dirmi questa frase: Lele, un ragazzo con sindrome di down che all’epoca aveva 9 anni. È grazie a quell’incontro – ha continuato Lorenzo – che io oggi posso essere qui a gioire con voi. È grazie al suo abbraccio che io oggi posso essere qui a dire “coraggio non temete” come lui l’ha mostrato a me quella volta. L’ultimo grazie va a chi in questi mesi ha condiviso la preparazione a questo passaggio, i tanti giovani di Camerano e della Diocesi con cui ho avuto modo di condividere tante esperienze: il noviziato An3 Camerano1, il branco e il reparto del  del Camerano1, gli animatori di Camerano, i giovani del campo over 18. A voi per primi dico stasera: Coraggio, non temete! Non temete se ancora faticate a vivere nella fede, il Signore al momento opportuno si mostrerà! Vi posso dire oggi con gioia che se saprete aprirvi ai suoi sogni scoprirete che sono molto più grandi di quelli che potete immaginare e vedrete la vostra vita diventare un capolavoro».

L’omelia integrale dell’Arcivescovo Angelo Spina: Omelia ordinazione sacerdotale don Lorenzo Rossini

 

Questa voce è stata pubblicata in Comunità e festa, Sacramenti. Contrassegna il permalink.

Lascia un Commento